Sandro Sghinolfi Auser Monteveglio, perchè VOTO SI al Comune Unico

“La decisione assunta dalle cinque Amministrazioni dei Comuni della Valle del Samoggia di creare un Comune unico ha una doppia valenza.

È una scelta di efficienza per diminuire i costi della politica e degli apparati necessari al funzionamento dell’Amministrazione, scelta che permette di liberare risorse da destinare al territorio e ai servizi alla persona che, per motivi diversi, faticano a essere autosufficienti o addirittura corrono il rischio di essere cittadini di serie B.

In secondo luogo è la dimostrazione di come la politica possa essere fatta da persone competenti, per bene, oneste, capaci e che hanno la lungimiranza propria di chi intende la politica come il mezzo più idoneo, efficace e nobile a garantire lo sviluppo e i servizi necessari a una comunità.

Si può ancora credere nella politica basta saper scegliere le persone e non stancarsi di controllare il loro operato.”  Sandro Sghinolfi Coordinatore Auser Monteveglio

(dall’intervista rilasciata a ‘il Taglio’ novembre 2012)

Diciamoci la verità – La grande bufala dei 5600 nuovi alloggi previsti dal PSC nella Valle del Samoggia

Da qualche tempo circola la voce secondo cui con il Comune Unico sarebbero previsti 5600 nuovi alloggi nella Valle del Samoggia. Abbiamo visto i cartelli di alcuni manifestanti a diverse iniziative e assemblee pubbliche. Perchè è una bufala? Ricorro alla sempre utile matematica per spiegarvi il concetto.

Il nuovo piano regolatore (che ora si chiama Piano Strutturale Comunale – PSC) è frutto di una collaborazione tra i sei comuni della attuale Unione (cioè i 5 della Valle Samoggia + Monte San Pietro) + Zola Predosa. Parliamo di circa 300kmq di territorio. I piani regolatori del passato (dal 1989 al 2005) lasciano in “eredità” circa 3800 alloggi, i cui diritti edificatori sono già nelle disponibilità dei privati e che non sono ancora stati realizzati. Cosa fa il nuovo PSC?

I vecchi piani regolatori assegnavano una capacità edificatoria. Quindi i proprietari di aree dichiarate edificabili diventavano subito titolari di un diritto edificatorio. Il PSC invece non è così. Individua una potenziale area che può diventare edificabile. MA NON ASSEGNA DIRITTI.

Detto questo, cosa fa il nuovo PSC? Individua potenziali nuovi 1800 alloggi nei prossimi 15 anni che potranno esser attivati per risolvere problematiche sul territorio relative anche pianificazioni superate e/o ritenute incongrue con le nuove politiche ambientali improntate al riutilizzo del patrimonio esistente e alla limitazione del consumo di nuovo suolo vergine. Ad esempio la località “Pradole” a Savigno prevista in mezzo ad un area verde di pregio è stata spostata in località Crespellano già urbanizzata utilizzando un po’ di nuovi alloggi (fino ad ora con le varianti di anticipazione è stata utilizzata una quota pari a poco più del 10% per risolvere problematiche urgenti). I 1800 sono poi sull’intero territorio dell’area bazzanese (cioè Valsamoggia + Monte San Pietro + Zola), quindi visto che il comune unico ne occupa circa la metà, i potenziali nuovi alloggi sono circa la metà di quelli indicati.

In definitiva, al netto della propaganda elettorale, il nuovo PSC per il nuovo Comune Unico introduce un MASSIMO di 900 POTENZIALI alloggi che potranno essere utilizzati nei prossimi 15 anni per sistemare situazioni del passato non più coerenti con le impostazioni attuali. E se non vi saranno necessità specifiche banalmente potrebbero anche non essere mai inseriti.

NOTA BENE: per avere un’idea delle proporzioni: Monteveglio nel Prg dell 1989 inserì circa 660 alloggi nel solo territorio comunale, ora i 900 alloggi sono sui 5 comuni; anche se fossero realizzati tutti e 900 (ed i restanti citati prima) il territorio urbanizzato rimarrebbe sempre meno del 5% del totale.

Le imprese della Valle Samoggia dicono SI alla fusione

Ieri sera presso la Rocca di Bazzano si è svolta una partecipata assemblea organizzata dalla CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) locale e provinciale sul tema fusione dei Comuni della Valle del Samoggia. Gli oltre 150 imprenditori presenti hanno votato un ordine del giorno a sostegno del SI al referendum del 25 di novembre per la creazione del Nuovo Comune Unico come presupposto per cogliere le opportunità della strategica innovazione amministrativa proposta dalle amministrazioni locali.

Qui l’intervento conclusivo di Massimo Ferrante, Segretario Provinciale CNA Bologna (i lavori sono stati introdotti da Gherardi, CNA Bazzano e coordinati da Montaguti CNA Valle Samoggia): “Cosa ci dobbiamo aspettare dagli amministratori che governano i nostri territori? Credo almeno tre cose. La prima è un po’ di PROSPETTIVA non essere avvinghiati sul quotidiano a discutere soltanto delle nostre miserie e delle cose che non avremo più ma poter immaginare un futuro. Un po’ di CONCRETEZZA cioè poter immaginare un futuro partendo da proposte da dati da soluzioni da risorse da risposte rispetto alla domande. Ed infine un po’ di DISINTERESSE PERSONALE cioè non soltanto l’attaccamento alla propria carriera, al percorso, alla poltrona ma a un qualcosa che si lascia in eredità a chi verrà dopo. Io lo dico con sincerità questa sera tutte queste cose le ho trovate nel progetto di fusione e di conseguenza io penso che noi come CNA dobbiamo dare fiducia a questo percorso. Se voi siete d’accordo vi propongo di prendere un orientamento sulla base della maggioranza delle opinioni e per questo propongo un ordine del giorno in cui ribadiamo il nostro sostegno al progetto di Fusione dei Comuni della Valle Samoggia. Noi ci siamo e siamo a fianco di questo percorso. Se siete d’accordo io procederei in questo senso. (voto palese affermativo) Grazie a tutti voi, e a presto”.

Con il nuovo Comune Unico i servizi saranno più facili e vicini alla gente

Nello studio di fattibilità del nuovo comune unico della valle del samoggia uno dei più importanti temi affrontati è stata la modalità di erogazione dei servizi alla cittadinanza.

Il modello ricercato doveva avere due caratteristiche: servizi vicini ai territori e più facilmente fruibili.

Per questo la scelta è quella di mantenere l’accesso ai servizi esattamente dove sono ora, creando gli “Sportelli del Cittadino” nelle cinque municipalità attuali. In pratica il piano terra di ogni edificio diventerà la porta di accesso al Comune, e li si erogheranno la quasi totalità dei servizi alla popolazione. Il cittadino non avrà bisogno di recarsi presso la sede “centrale” del comune unico se non per situazioni molto particolari come ad esempio la realizzazione di una nuova abitazione o l’apertura di una nuova impresa perchè per tutto il resto dei servizi sarà lo Sportello del Cittadino presente in ogni muncipio a dare la risposta.

Evidenziato questo, la sede “centrale” è certo che sarà in uno dei palazzi comunali attuali per evitare di disperdere risorse nella costruzione di una nuova sede e la scelta verrà effettuata in base alla funzionalità e alla disponibilità di spazi idonei. Va sottolineato che verranno dismesse le attuali sedi della Polizia Municipale associata a Bazzano e dell’Unione dei Comuni a Castello che attualmente sono in affitto, risparmiando in questo modo ulteriori preziose risorse.

Due sono le differenze importanti che vale la pena rimarcare. Innanzitutto non ci sarà più la necessità di correre tra i vari uffici alla ricerca del modulo o della procedura giusta: lo Sportello del Cittadino sarà il semplice sportello al quale richiedere tutti i servizi, uniformi su tutta la vallata e con gli stessi regolamenti e procedure. Inoltre ogni cittadino potrà recarsi in uno qualunque degli sportelli dei cinque municipi, indipendentemente dalla sua residenza. Sicuramente una bella semplificazione rispetto ad oggi.

In secondo luogo la riorganizzazione del personale ci consentirà di aprire anche per qualche giorno alla settimana alcuni sportelli del cittadino nelle zone più lontane dai municipi che attualmente non dispongono di nessun ufficio pubblico. Si è fatto l’esempio in questo senso delle frazioni di Calcara e Cà Bortolani, che con il nuovo comune potranno avere servizi più vicini rispetto ad ora.

Il Comune Unico della Valle Samoggia punto di forza della Città Metropolitana

L’altra sera a Monteveglio in un sala piena di pubblico , il Sindaco di Bologna Virginio Merola e il segretario provinciale del PD Raffaele Donini hanno contestualizzato l’ipotesi del nuovo Comune Unico della Valle Samoggia nel riordino complessivo metropolitano. Ecco uno stralcio dell’intervento di Merola:

“Negli ultimi anni abbiamo assistito alla creazione di nuove province e nuovi comuni. Qui si va controcorrente, facendo scelte che altri dovranno seguire e che guardano al futuro. (Si tratta di) scegliere un’idea sana di autonomia che non è uguale a “ognuno mantiene i suoi piccoli poteri e le sue piccole risorse” ma (vuol dire) metterle in gioco per avere più risorse per affrontare i problemi della vita quotidiana delle persone. Questa piazza e questa abbazia rimarranno sempre, ma avranno molta più possibilità di vivere in una dimensione dove si spende meno per la gestione e si spende di più per gli utenti dei servizi. ” Approfondisci

Pippo Civati: l’esempio della Valle Samoggia nel programma politico nazionale

“…l’esempio della Valle Samoggia dobbiamo metterlo nel programma politico nazionale..l’ultima fusione dei comuni che abbiamo fatto (in Lombardia) un consigliere del PDL ci ha spiegato che due comuni sul Lago di Como non potevano fondersi perchè “c’erano profonde differenze culturali”… non so tipo la Cina ed il Brasile…”

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Perchè i veri campanilisti sostengono la Fusione dei Comuni della Valle Samoggia

Campane di Montebudello

“..si parlava di campanilismo, io nella mia vita amministrativa sono stato un autentico campanilista. Monteveglio è il mio luogo natio, il luogo dove, come dice Marguerite Yourcenar, “ho posato il mio primo sguardo consapevole”: mi piace la sua gente, i colori, lo vedo come il più bello del mondo. Ma il campanilismo non risiede solo in piazza: ad esempio alcune frazioni con la loro storia e la loro testimonianza devono vedere la presenza più forte della pubblica amministrazione e questa è una sfida proprio per chi è più geloso del territorio perchè il nuovo comune unico potrà portare qualche servizio in più vicino nella  frazione di ognuno. Il nostro è un territorio complementare, ci sono vocazioni da tenere insieme e da mettere a valore perchè altrimenti potremmo disperderle. Per questo i veri campanilisti devono credere alla Fusione perchè questi campanili possono suonare a festa per un territorio concepito nel suo insieme invece che sfidarsi solo a chi arretra più lentamente nella qualità della vita offerta ai propri cittadini”. (dall’intervento di Donini del 29 Ottobre a Monteveglio)

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[youtube=http://youtu.be/TZ4QoTS2FIo]

Diciamoci la verità – Fusione batte Unione 9(+9)milioni a zero.

Premesso che la questione economica legata al comune unico è importante ma non è la motivazione principale per il quale abbiamo avviato questo progetto, sempre l’altra sera a Savigno sugli incentivi regionali è stato detto che (testuale):

“gli incentivi regionali non sono 9 milioni ma 705mila all’anno che per dieci fa 7milioni e qualcosa…per dirla tutta per 3 anni 300mila euro per investimenti…dopo il decimo anno diventano 210mila..oggi l’unione riceve 450mila anno che se sparisce non ci saranno piu quindi 750mila euro (?!) meno 450mila quindi i 9milioni diventano 2,7…spero comunque di sbagliarmi su questa valutazione”.

Eh si, il relatore aveva ragione, si è proprio sbagliato di grosso su questa valutazione anche perchè è semplice MATEMATICA non sono opinioni personali.  Riassumiamo in modo chiaro il tutto.

La Legge Regionale sulla fusione dei Comuni della Valle Samoggia prevede:

  • anni 2014-2016 705.000euro + 300.000euro conto capitale
  • anni 2016-2023 705.000euro
  • anni 2024-2028 210.000euro

TOTALE: [(705+300)x3] + (705×7) + (210×5) = 9.000.000 euro

L’attuale Unione (dati consuntivo 2011) percepisce due macro categorie di contributi:

  • quella come territorio montano pari a 262.931,48, che RIMARREBBERO ANCHE AL COMUNE UNICO in quanto classificato montano e con essi anche tutti i fondi per gli investimenti che qui non cito; 
  • i contributi delle gestioni associate pari a 209.873,46 (oltre a 60mila dallo stato) che verrebbero sostituiti dagli incentivi per la fusione.

NOTA BENE: l’unione condivide i fondi anche con Monte San Pietro, il Comune unico ovviamente no, quindi si tenga conto del fatto che le risorse pro-unione vanno “divise” per sei comuni, mentre quelle pro-comune unico vanno “divise” solo tra i restanti 5 comuni che partecipano al progetto.

Conclusione: in definitiva calcoli alla mano, possiamo dire che il Nuovo Comune Unico avrebbe un vantaggio competitivo rispetto all’Unione dei Comuni di circa 9  milioni di euro ‘regionali’ in più netti, come in effetti si è sempre detto. A questi vanno aggiunti i 9milioni statali come ho già spiegato in questo post.

Diciamoci la verità – no alla disinformazione sul Comune Unico

Ieri sera al Teatro di Savigno (ringrazio per l’invito), si è svolta una iniziativa organizzata dai comitati contro la fusione dei comuni, Nel generale clima cordiale della serata che ha visto gli interventi dei relatori previsti, sono state date informazioni, purtroppo in molti casi, semplicemente non corrette. Per questi motivi al fine di introdurre elementi utili a tutti per arrivare a decidere come votare al referendum del 25 novembre ed evitare che certe decisioni siano prese su elementi palesemente errati, cercherò di darvi informazioni oggettive sui principali argomenti trattati. Parto da uno semplice semplice.

Il Sindaco Merola e l’Anci

Durante la serata è stato citato parte dell’intervento Anci del Presidente Delrio relativo al fatto che, giustamente, i Comuni non sono responsabili del dissesto finanziario nazionale e che stanno pagando per tutti con tagli lineari. Si dice che i Comuni non sono il problema, vero, e lo si decontestualizza facendo sembrare il discorso calato nella realtà della Valle Samoggia, richiamando più volte come questo sia il pensiero anche del Sindaco Merola.

Qui potete leggere come stanno REALMENTE le cose con la dichiarazione del Sindaco Merola a Bologna durante l’Assemblea Anci di qualche giorno fa:

“.. E invece in molti Comuni la risposta prevalente non è la rassegnazione, ma si reagisce facendo le riforme che, anche prima di questa crisi, erano necessarie. Voglio fare per tutti un esempio che riguarda la nostra realtà metropolitana: cinque Comuni della Valsamoggia (Savigno, Monteveglio, Castello di Serravalle, Bazzano e Crespellano) si fonderanno per dare vita ad un unico Comune. Una scelta che porterà miglioramenti ai servizi per i cittadini per mantenere alta quantità e qualità. L’Assemblea legislativa regionale ha dato il via libera al referendum consultivo che permetterà la fusione e mi auguro che il 25 novembre migliaia di cittadini andranno a votare per dare il via libera alla nascita del nuovo Comune. Dai piccoli Comuni di questo Paese può venire un grande contributo alla riforma di cui abbiamo bisogno. Noi Sindaci la nostra parte la stiamo facendo, anzi a dire la verità l’abbiamo fatta di più di tanti Ministeri e di altri enti locali…” Virginio Merola

http://www.comune.bologna.it/comunicatistampa/notizie/140:14731/

Capisco la necessità di fare propaganda da qui al 25, ma eviterei di dare (dis)informazioni palesemente errate.