Valsamoggia contro la violenza sulle donne

La partecipazione a questo presidio segna innanzitutto la voglia di portare la solidarietà di tutti alla nostra concittadina che si trova al Maggiore e al suo bambino.
Evento quello della doppia violenza che ha subito che non solo ha colpito la nostra comunità, ma che mi colpisce se possibile ancora di più visto che tra pochi mesi diventerò padre.
È anche un modo per non restare in silenzio o da soli di fronte ad avvenimenti come questo, ma per ritrovarsi come comunità e dire a voce alta che rifiutiamo ogni forma di violenza sulle donne. Qui come ovunque. Per questo invito chi vuole a lasciare il suo pensiero scritto su quei postit rosa che lasceremo esposti in municipio.

Un modo per incoraggiare le donne che hanno paura, a parlare, a denunciare la situazione, a chiedere aiuto. Facendo sentire loro tutto il sostegno pubblico, delle istituzioni e della collettività. Facendo il possibile per rinforzare sempre di più il sistema e la rete di aiuto.

I dati relativi alla violenza sulle donne e ai femminicidi sono allarmanti, rappresentano un rischio per l’incolumità e la vita per le donne di alcune fasce di età, più alto di quello relativo a incidenti come quelli stradali. E nella maggioranza dei casi avvengono tra le mura domestiche o comunque per mano di persone conosciute o con cui si hanno relazioni.

Proprio qualche giorno fa, il 2 giugno festeggiavamo l’anniversario dell’allargamento del diritto di voto alle donne. Tanti passi sono stati fatti, dal punto di vista politico,economico e sociale. Tanti diritti sono stati riconosciuti ma la strada è ancora lunga e soprattutto i riconoscimenti formali sono necessari, ma da soli non bastano.

Quello che serve è un cambiamento culturale definitivo. Gli atti simbolici come oggi sono importanti, per le ragioni che dicevo e per sensibilizzare. Ma è fondamentale un lavoro culturale e educativo quotidiano. In cui ognuno deve fare la sua parte, cambiando quei comportamenti e quei linguaggi che a volte possono apparire come innocui, ma che fanno parte di un unico sistema di concepire i ruoli di uomo e donna e le relazioni, che va cambiato una volta per tutte.
Un sistema che è unico e coerente, anche se non sempre sfocia nella violenza fisica. E’ un sistema fatto di tanti tasselli che lo alimentano, passando anche dai mezzi di comunicazione, la televisione, i giornali, i social network.

Sta a ognuno di noi essere vigile e fare la sua parte quotidianamente per cambiare le cose. Subito e anche per le nuove generazioni. Bambini maschi e bambine femmine che guardano noi per imparare a pensare loro stessi e le relazioni che hanno gli uni con gli altri.
Bambini che guardano a noi e meritano un mondo in cui i fatti di cronaca come quelli di questi giorni non si ripetano.

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