25 aprile: l’esempio di quei giovani nella crisi di questi tempi

13051604_1717845968454387_2801440734682411002_n“Buongiorno a tutti e benvenuti alle Celebrazioni per il 25 aprile.

Ringrazio subito l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, che svolge un lavoro prezioso e che ha contribuito alla organizzazione del lungo cartellone di eventi che da qualche settimana sta arrichendo il tutto il nostro territorio. ANPI su cui come Amministrazione abbiamo fortemente voluto investire in Valsamoggia e che ci ha portato a inaugurare infatti qualche mese fa una nuova sede a Crespellano.

È difficile quest’anno parlare di Libertà e Democrazia e delle tante e dei tanti che sono morti per realizzarla nel nostro Paese, senza pensare a quello che succede ogni giorno ai nostri confini, nei nostri mari, in Europa, senza pensare alle centinaia di morti e alla disperazione nei campi profughi.

Non è possibile ricordare la Resistenza e rendere omaggio ai partigiani e ai caduti senza dire chiaramente e ad alta voce che il filo spinato che si vuole erigere al Brennero è una sfregio e una ferita. Non solo all’idea e al progetto di Europa unita.

È uno sfregio all’umanità e a quei valori che ci rendono quello che siamo.

È una ferita che stiamo infliggendo a noi stessi credendo invece, in modo miope, di proteggerci.

I partigiani sapevano che piegare la testa poteva voler dire sicurezza momentanea. Poteva voler dire avere salva la vita invece di metterla a repentaglio combattendo.

Ma sapevano anche che, senza libertà e senza diritti, questo avrebbe avuto un significato spaventoso per loro stessi ma anche per le generazioni a venire, per i loro figli.

Il 25 aprile diventa solo retorica se smettiamo di essere capaci di riconoscere il fascismo e l’abisso in cui era sprofondato l’uomo nella seconda guerra mondiale, quando lo vediamo ripetersi.

Tocca a ognuno, ognuno al proprio livello, raccogliere l’eredità dei partigiani e difendere la libertà e la democrazia.

A chi governa, nelle politiche e nelle grandi decisioni e a ogni cittadino nella vita quotidiana.

Ancora di più oggi tocca a noi visto che, per motivi anagrafici, in sempre meno occasioni avremo l’onore di sentire raccontare quegli orrori direttamente da chi li ha vissuti. E in questa transizione la sfida per non dimenticare poggia tutta sulle spalle delle nuove generazioni. Un augurio quindi di buon lavoro va ad Anna Cocchi, prima Presidente non partigiana di Anpi Bologna.

Mi ha sempre colpito immensamente la giovane età di tanti dei partigiani che persero la vita.

Lo ricordavo anche alle ragazze e ai ragazzi della terza media di Monteveglio che ho accompagnato alla mostra sulla Linea Gotica che abbiamo allestito nella sede del parco regionale qui a San Teodoro e che vi invito a visitare. E lasciatemi ringraziare il ricercatore storico Daniel Degli Esposti che sta preparando una pubblicazione che raccoglie tutta la storia dei Cippi di Valsamoggia. Sarà un documento veramente prezioso per tutta la nostra comunità.

Ma dicevo della giovanissima età dei Partigiani. Poco più che bambini in molti casi.

Ecco, per certi versi è come se il contrasto con l’attualità per questo fosse ancora più stridente.

Ragazzini che con saggezza e maturità costruiscono il futuro democratico di un Paese da un lato, e dall’altro, oggi, il ripetersi molte volte di adulti che hanno un comportamento da bambini.

Adulti rimasti bambini che di fronte a problemi complessi e globali come guerre, carestie, sconvolgimenti climatici e tutte le conseguenze che ne derivano, preferiscono tapparsi gli occhi e le orecchie, illudendosi che qualche muro o filo spinato possa fermare la realtà e salvaguardare qualche concezione teorica, o ancora meglio, retorica di sicurezza.

Illudendosi che usare i social network per sfogare la paura e la frustrazione che tutti questi problemi e cambiamenti creano possa essere una soluzione.

Illudendosi che possa essere una soluzione fomentare odio o trovare colpevoli da insultare o a cui augurare la morte da dietro una tastiera.

Proviamo invece a seguire l’esempio dei partigiani ed essere un popolo adulto.

Anche se è difficile. Anche se fa paura. La realtà di oggi è complessa ma le soluzioni si trovano solo insieme, solo affrontando davvero i problemi, nel merito, con concretezza, a tutti i livelli necessari.

Le soluzioni si trovano se non tradiamo noi stessi e i nostri valori, quelli della Resistenza, della giustizia, della libertà.

Valori e principi fondamentali contenuti nella prima parte della nostra Costituzione e per cui per tutta una vita si è speso il dottor Alessandro Baldini, che è emozionante e doveroso ricordare oggi, motivo per cui ci ho tenuto particolarmente ad essere a Monteveglio.

Proprio qui chiesi al Dottor. Baldini di tenere l’orazione ufficiale per l’ultimo 25 aprile da Sindaco di Monteveglio prima della grande trasformazione che ha fondato Valsamoggia. Il suo impegno pubblico, professionale, sociale e il suo profilo umano sono tutti esempi da seguire, nel solco dei principi che stiamo richiamando oggi e per cui ancora una volta gli esprimiamo la nostra gratitudine.

Con il rispetto e l’ammirazione per le numerose figure come Alessandro Baldini che tanto hanno dato ai nostri territori e con l’auspicio che tutti noi possiamo seguire gli esempi migliori che ci è stato concesso di conoscere, auguro a tutti un buon 25 aprile.

Viva la Resistenza Viva l’Italia”.

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