Esami scolastici e alluvione: un pasticcio che si poteva evitare

Come avrete saputo il Ministero dell’Istruzione (o meglio Mim, Ministero dell’Istruzione e del Merito, come si chiama ora), ha emanato un provvedimento che prevede che le scuole e/o le studentesse e gli studenti che risiedono nei comuni inseriti nello stato di emergenza (alluvioni e frane), abbiano un esame più leggero, senza prove scritte ma solo con prova orale. È evidente la disparità che sta generando questo provvedimento, comunicato a pochi giorni dagli esami, che vedrà, in alcune situazioni, studenti di una stessa classe con prove, modalità e metodo di valutazione inevitabilmente profondamente diversi. Come profondamente diversi sono i danni del maltempo del 16/17 maggio, con zone la cui ripartenza è già in fase avanzata e si attendono solo i fondi per avviare le riparazioni di strade, ponti e frane (i cui lavori potrebbero essere già iniziati, ma manca ancora la nomina del Commissario dopo quasi un mese, oltre agli stanziamenti che su questo tema non ci sono ancora) e i fondi per i risarcimenti dei danni a privati e imprese.Inoltre le comunità scolastiche si erano già organizzate per consentire lo svolgimento delle attività, contemplando anche le situazioni ancora critiche e agendo di conseguenza. Nei primi giorni dell’emergenza i Sindaci sono stati convocati, spesso con pochi minuti di preavviso, in incontri plenari in videoconferenza dai vertici della Regione, che hanno preso in carico, ora dopo ora, le decine di richieste provenienti dai territori, da parte di chi era materialmente sui problemi. È stata una modalità, non semplice da gestire, ma molto efficace. Sarebbe bastato un confronto più approfondito del MiM con i dirigenti delle scuole, o una loro rappresentanza, per comprendere le implicazioni di un provvedimento cosi perentorio che non tiene conto delle singole specificità e che, spiace rilevare, non sta rappresentando un aiuto, ma aggiunge solo confusione e tensione a ragazze e ragazzi che già devono attraversare un periodo complesso. Non mi risulta, dalle interlocuzioni che ho avuto come consigliere metropolitano delegato alla scuola, ci siano possibilità (o volontà) di modificare il provvedimento ma auspico che si possano trovare nelle prossime ore delle modalità per precisare o circoscrivere i problemi generati da questo dispositivo. Il fattore tempo però è fondamentale: se si dovesse cambiare idea nuovamente ma tardivamente, sarebbe un ulteriore danno.

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