Meno fondi per le fusioni dei Comuni: stracciato patto di fiducia con lo Stato

È notizia di questi giorni che il governo non intende ampliare la dotazione di incentivi resa necessaria per l’aumento significativo delle fusioni di comuni in Italia che, giunte ormai a quasi 200 comuni, hanno consentito di portare sotto quota 8mila il numero dei municipi. La conseguenza è che, soprattutto per i nuovi comuni nati quest’anno e nel 2018, vi è una riduzione significativa degli incentivi previsti per i primi 10 anni.

Valsamoggia in realtà ha ottenuto tutto quanto previsto già nei primi 6 anni, grazie alle politiche lungimiranti dei governi che in questi anni hanno aumentato i trasferimenti perché hanno visto in questa riforma non solo dei risparmi per lo Stato, ma maggiore efficienza nei servizi e nella possibilità di realizzare opere pubbliche. E noi siamo un esempio con oltre 30milioni di euro investiti in soli cinque anni, per realizzare nuove scuole, palestre, strade e ciclabili.

Infatti, dalla previsione iniziale di circa 900mila euro all’anno per dieci anni, siamo passati a 2milioni, per poi quest’anno tornare a poco più di 1,4 milioni, secondo il nuovo riparto. Comunque, molto di più di quanto previsto, e molto di più di ZERO, ovvero quanto avremmo ottenuto non facendo la fusione.

Inoltre, non vengono toccati i fondi regionali, confermati e già erogati in questi anni. Parliamo di altri circa 9milioni di incentivi negli anni previsti per legge.

Di certo, con il mancato aggiornamento del fondo statale per i comuni fusi, il Governo ha di fatto stracciato un patto con i Comuni, minando la fiducia degli amministratori e dei territori nei confronti dello Stato. Un patto di fiducia con tanti amministratori che hanno intrapreso un percorso coraggioso di riforme vere e di investimenti sul territorio. Un atto miope (e scorretto visto che viene comunicato a giugno dopo che i bilanci sono stati chiusi ad aprile) che mette una pietra tombale sui processi di fusione che tanto possono fare per i territori. Se tra privati una delle parti si fosse permessa di stracciare un contratto in corso di validità, perché di questo si tratta, si sarebbe finiti dagli avvocati. E non escludo che accada.

Basta poco per correggere la situazione. Parliamo di uno 0,004% del bilancio dello stato, davvero pochi milioni di euro per il Bilancio dello Stato, che avrebbero però dato ossigeno ai neo-comuni nelle prime fasi di avvio.
Bastavano poi solo ancora pochi anni di sostegno al fondo, che dopo si sarebbe autoalimentato diventando una sorta di fondo di rotazione, perchè alla fine dei dieci anni i primi comuni sarebbero usciti dalla contribuzione.

Mi auguro che si possa ora aprire una fase di dialogo che consenta il dietrofront su questa azione. Per questo saremo a Roma il 10 luglio, insieme a tutti i sindaci, di tutti i colori politici, che hanno deciso di fare qualcosa per la propria comunità al posto solo di lamentarsi che le cose non funzionano.

La mia intervista a Aria Pulita (7Gold)

Fusione di Comuni: stracciato il patto di fiducia con lo Stato

STRACCIATO IL PATTO DI FIDUCIA CON LO STATO. È notizia di questi giorni che il governo non intende ampliare la dotazione di incentivi resa necessaria per l'aumento significativo delle fusioni di comuni in Italia che, giunte ormai a quasi 200 comuni, hanno consentito di portare sotto quota 8mila il numero dei municipi. La conseguenza è che, soprattutto per i nuovi comuni nati quest'anno e nel 2018, vi è una riduzione significativa degli incentivi previsti per i primi 10 anni.Valsamoggia in realtà ha già ottenuto tutto quanto previsto nei primi 6 anni, grazie alle politiche lungimiranti dei governi che in questi anni hanno aumentato i trasferimenti perché hanno visto in questa riforma non solo dei risparmi per lo Stato, ma maggiore efficienza nei servizi e nella possibilità di realizzare opere pubbliche. E noi siamo un esempio con oltre 30milioni di euro investiti in soli cinque anni, per realizzare nuove scuole, palestre, strade e ciclabili.Infatti, dalla previsione iniziale di circa 900mila euro all'anno per dieci anni, siamo passati a 2milioni, per poi quest'anno tornare a poco più di 1,4 milioni, secondo il nuovo riparto. Comunque, molto di più di quanto previsto, e molto di più di ZERO, ovvero quanto avremmo ottenuto non facendo la fusione.Inoltre, non vengono toccati i fondi regionali, confermati e già erogati in questi anni. Parliamo di altri circa 9milioni di incentivi negli anni previsti per legge.Di certo, con il mancato aggiornamento del fondo statale per i comuni fusi, il Governo ha di fatto stracciato un patto con i Comuni, minando la fiducia degli amministratori e dei territori nei confronti dello Stato. Un patto di fiducia con tanti amministratori che hanno intrapreso un percorso coraggioso di riforme vere e di investimenti sul territorio. Un atto miope (e scorretto visto che viene comunicato a giugno dopo che i bilanci sono stati chiusi ad aprile) che mette una pietra tombale sui processi di fusione che tanto possono fare per i territori. Se tra privati una delle parti si fosse permessa di stracciare un contratto in corso di validità, perché di questo si tratta, si sarebbe finiti dagli avvocati. E non escludo che accada.Basta poco per correggere la situazione. Parliamo di uno 0,004% del bilancio dello stato, davvero pochi milioni di euro per il Bilancio dello Stato, che avrebbero però dato ossigeno ai neo-comuni nelle prime fasi di avvio.Bastavano poi solo ancora pochi anni di sostegno al fondo, che dopo si sarebbe autoalimentato diventando una sorta di fondo di rotazione, perchè alla fine dei dieci anni i primi comuni sarebbero usciti dalla contribuzione.Mi auguro che si possa ora aprire una fase di dialogo che consenta il dietrofront su questa azione. Per questo saremo a Roma il 10 luglio, insieme a tutti i sindaci, di tutti i colori politici, che hanno deciso di fare qualcosa per la propria comunità al posto solo di lamentarsi che le cose non funzionano.(in video la mia intervista, proprio su questo tema, a AriaPulita – 7Gold)

Pubblicato da Daniele Ruscigno su Mercoledì 3 luglio 2019

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