Comuni in (s)vendita

Dopo aver passato mesi a dirci che la crisi non esisteva il Governo si è svegliato dai sogni e ci ha catapultato direttamente nell’incubo di una manovra correttiva miope e depressiva che per oltre il 70% impone tagli alle finanze agli enti locali. Sarò chiaro: nessuno mette in dubbio che siano necessari sacrifici ma non possiamo scontare sulla pelle della gente comune l’incapacità di gestire anche quelle poche risorse che ora sarebbero state preziose. Vi ricordo che i 4,8 miliardi di tagli sono circa la stessa cifra dilapidata nella vicenda Alitalia o nella detassazione degli straordinari mentre si concedono regalie ai soliti potenti con condoni e scudi fiscali a condizioni da far vergognare anche il più avido degli affaristi. Ora i Comuni (scuola e servizi sociali) e le Regioni (sanità) si troveranno davanti alla scelta di ridurre i servizi o intervenire sulle tariffe.

La realtà è che il ministro di turno non ha mai visto piangere una giovane madre non più in grado di provvedere al sostentamento del proprio figlio e neppure la disperazione negli occhi di un padre che a 50 anni si vede crollare il mondo addosso per aver perso il lavoro. A noi amministratori locali capita ormai sempre più spesso, con rabbia e angoscia, di non poter dare risposte adeguate a causa della carenza cronica di fondi.

Parleremo di tutto ciò nella verifica del primo anno di mandato, in calendario ad Ottobre, vi chiedo di partecipare, oggi più che mai abbiamo bisogno del contributo di tutti, abbiamo bisogno di riscoprirci una comunità e decidere del nostro futuro insieme.

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