Il rigore dei princìpi

“Un popolo che non è felice non ha patria, non ama nulla”

Ho finito di leggere da pochi giorni “Terrore e liberta” saggio di Albert Soboul sulla vita e le opere di uno dei protagonisti della Rivoluzione Francese, Louis Antoine de Saint-Just. Al di la delle sue idee, spesso in contraddizione con gli stessi propositi dell’autore e che hanno segnato la terribile stagione del terrore , sono rimasto affascinato dal rigore e dalla tenacia con cui le ha difese per tutta la sua, breve, intensa vita. Nessuna paura di andare contro corrente e neppure di battersi per la logica dei suoi ragionamenti. Integerrimo nella vita e ancor di più nella sua attività politica muore per mano della ghigliottina insieme ad altri robespierristi senza la possibilitè di chiudere il suo discorso in difesta dell’incorrutibile Robespierre il 9 termidoro.

Il modo con cui ha vissuto la sua esistenza proprio oggi in un periodo storico dove etica e rigore sono parole rimaste solo nel vocabolario, rende questo documento di stretta attualità e dovrebbe far riflettere chiunque sia in posizione tale da essere da esempio per la collettività: “dice la verità affinchè essa istruisca e non perchè offenda”, “la sua onestà non è astuzia intellettuale bensì una qualità del cuore e bene intesa”.

Ringrazio Claudio che mi ha segnalato la storia di questo personaggio e ha voluto donarmi (o meglio, come dice lui, trasferirlo dalla sua libreria alla mia..) una sua vecchia copia originale (1971) del libro che non è più stampato.

“Le circostanze sono difficili soltanto per coloro che indietreggiano dinanzi alla tomba.. Io disprezzo la polvere di cui son fatto e che vi parla; si potrà perseguitarla e farla morire questa polvere, ma sfido a strapparmi la vita indipendente che mi son data nei secoli e nei cieli.” (da Istituzioni Repubblicane)