Adottato il primo Piano Operativo Comunale di Valsamoggia

Tante nuove imprese e rigenerazione del territorio per trainare la ripresa

 

 

 

 

 

 

 

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale di Valsamoggia è stato adottato uno dei principali strumenti urbanistici comunali, il POC, il Piano Operativo Comunale che recepisce le richieste provenienti dalle attività produttive e dalla comunità locale: nuove imprese e riqualificazione del territorio.

Il POC

Il Comune ha il compito di elaborare il POC, strumento attuativo che va ad individuare gli ambiti di intervento/tutela/valorizzazione/qualificazione e in generale di trasformazione del territorio da realizzarsi nell’arco dei 5 anni. Per arrivare ad individuare questi ambiti, il Comune può attivare concorsi pubblici, bandi di manifestazioni di interesse ai quali possono partecipare i proprietari delle aree e gli operatori interessati a questi interventi. Il POC ha notevoli vantaggi. Uno su tutti: i diritti edificatori che verranno individuati attraverso di esso hanno validità 5 anni. Se alla fine dei 5 anni il proprietario non avrà presentato la richiesta di attuazione i diritti saranno cancellati. Quindi fine alle rendite a vita e alle speculazioni edilizie.

OBIETTIVI STRATEGICI

Gli obiettivi strategici e priorità del POC individuati dalla Giunta sono la riqualificazione e la rigenerazione urbana, le azioni di contrasto alla crisi economica rivolte al sistema produttivo, l’attuazione di edilizia residenziale sociale.

Il POC è uno strumento che si attua in base alle richieste che provengono dal territorio. Quello che noi abbiamo fatto è stato definire gli indirizzi: la nostra priorità è creare lavoro, rimettere in moto l’economia e valorizzare il nostro territorio fortemente infrastrutturato. Attraverso l’urbanistica, che è la leva principale per attivare questi settori – e quindi il POC -, riusciamo a farlo. Le imprese che hanno inviato le proposte (industria, commercio, agricole e terziario più alcuni servizi pubblici) tra pochi anni saranno nuove imprese sul territorio (o ampliamento di imprese esistenti) che significa nuovi posti di lavoro. Esattamente quella che è la priorità del nostro programma di mandato amministrativo. Sottolineo che Valsamoggia, POC compreso, rimane per oltre il 90% verde e per il 75% agricola. Questa amministrazione sceglie di creare nuovi posti di lavoro e trainare la ripresa. Purtroppo, evidentemente, questo non interessa alle opposizioni che qui da noi si oppongono all’insediamento di nuove imprese, mentre altrove dichiarano di voler approvare piani per nuove case da 600mila metri cubi di cemento.

LE RICHIESTE PERVENUTE

In virtù delle indicazioni date, la maggior parte delle manifestazioni di interesse riguardano gli ambiti produttivi, in particolare legati alla zona del Martignone e di Via Lunga mentre per la parte agricola la parte del leone la fa Savigno.

Andiamo verso nuovi posti di lavoro posizionati tra altro in zone adeguate come per esempio quella del Martignone. Mentre il residenziale recepito con il POC riguarda accordi precedenti tra i quali trasferimenti di insediamenti ritenuti incongrui (come nella zona alta di Savigno che riduce a un terzo la previsione) per portarli là dove ci sono già i servizi e infrastrutture.

Oggi a Valsamoggia non ci sono più appartamenti in affitto. Chi viene a lavorare sul territorio non trova casa. È proprio per rispondere alle esigenze del mercato che è ricominciata la costruzione di abitazioni previste nei piani urbanistici precedenti. L’esigenza di nuove case è anche un segnale di ricambio generazionale della nostra società: non solo questo è il segnale di territorio attrattivo ma c’è il risvolto positivo che riguarda una popolazione che così rimane giovane. 

IL PERCORSO PARTECIPATIVO

L’iter del POC è solo all’inizio. Durerà ancora 4/5 mesi prima di arrivare a una conclusione. È in questa fase che si può ragionare insieme ma sempre mantenendo come priorità il rispetto degli ambiti dati dalla Giunta e l’attrattività del territorio. Prima di arrivare al POC (strumento che prevede per la sua costruzione un percorso partecipativo) attualmente in discussione, e prima ancora con il PSC e il RUE sono state fatti numerosi incontri (78 solo a Crespellano) ma se dal territorio proviene la richiesta di maggiori chiarimenti certo non ci tireremo indietro e organizzeremo ulteriori incontri. Faccio comunque presente che il documento attualmente in discussione contiene tutte le opinioni di chi ha partecipato alla sua elaborazione.

CONSUMO DI SUOLO

Questo POC non attiva nuovi alloggi se non quelli previsti da accordi urbanistici già approvati precedentemente. Quindi da dove vengono i numeri che alcuni da anni ormai rincorrono? Si tratta di residui di piani precedenti: ne abbiamo ereditati di importanti perché in quei momenti storici si pensava di dover rispondere in modo energico all’espansione demografica. Oggi però è aumentata la consapevolezza che lo sviluppo infinito non può andare avanti. Dobbiamo però fare i conti con i diritti acquisiti del passato e lo facciamo attraverso nuovi piani nei quali impostiamo nuove priorità che vanno a cancellare alcune previsioni e accendono nuove aree solo per processi di riqualificazione e rigenerazione riducendo drasticamente il suolo consumato.

La solita ricorrente disinformazione ci dice che ci saranno 5.600 nuovi alloggi. Abbiamo già spiegato più volte che quel numero, che è riferito tra l’altro al bacino allargato a Zola Predosa e Monte San Pietro, comprende i piani regolatori del passato (dal 1989 al 2005) che lasciano in “eredità” circa 3.800 alloggi, i cui diritti edificatori sono già nelle disponibilità dei privati e che non sono ancora stati realizzati. Il PSC individua poi 1.800 potenziali nuovi alloggi (la metà, circa 900, per Valsamoggia) che nei prossimi 15 anni potranno essere attivati per sistemare situazioni del passato non più coerenti con i criteri attuali.

MUZZANO

Infine Muzzano. Per quel sito abbiamo di fatto caricato la scheda che ci ha consentito, come comune di Monteveglio, di acquisire l’area. Area sulla quale però non è stato fatto ancora il percorso partecipativo dal quale dovrà emergere la destinazione della porzione non destinata già servizi pubblici. Il percorso ci sarà e terrà in considerazione richieste ed esigenze del territorio. Rimane comunque assodato che la destinazione d’uso dovrà essere coerente con gli ambiti del POC.

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