Buone notizie in arrivo

Valsamoggia_sett15(Editoriale Valsamoggia Settembre 2015)

“Liste di attesa zero agli asili nido e servizi sanitari
di qualità e più vicini. Tra settembre e ottobre poi, il
taglio di tanti nastri frutto di più di 20 milioni di euro
di investimenti nelle scuole, nelle strade, nei fiumi,
nei parchi e nello sport. Questo significa aver risparmiato (per davvero) sui costi della politica e della burocrazia, questo significa aver scelto con coraggio la via dell’innovazione, portando a casa risultati concreti. Valsamoggia per il nuovo anno scolastico metterà a disposizione di tutti i nostri ragazzi due nuove scuole primarie, una media, la riqualificazione di due materne e manutenzioni su tutti i plessi. Nuovi  spazi, possibilità di accesso a tutti (lista di attesa zero ai servizi scolastici per i residenti) e potenziamento di tutte le attività integrative. Buone notizie anche in sanità: il nuovo indirizzo regionale che abbatte i confini tra le aziende sanitarie, ha dato vita ad un importante accordo che permette ai cittadini di fruire di servizi che prima erano inaccessibili. E ancora, grazie all’impegno di tanti cittadini sarà inaugurata “La Casa tra le
nuvole” di Volhand: non un semplice servizio per la comunità ma una straordinaria
esperienza di vita. Questa è la Valsamoggia: 30mila cuori che battono, teste che pensano, mani che lavorano, per una comunità viva e solidale.
Ed è solo l’inizio”.

Opportunità Valsamoggia

luglio2015(Editoriale periodico Valsamoggia – luglio 2015)

“Viabilità, nuove attività produttive e valorizzazione del territorio. Una miscela vincente che sta attirando nuovi investimenti in Valsamoggia, che, per una volta, anche la solitamente complessa macchina pubblica si è fatta trovare pronta ad accogliere. Anzi.

L’ha promossa grazie alla semplificazione e alla lungimiranza che ha visto nascere il nuovo Comune Unico che può finalmente investire e pianificare. A tutto beneficio della nostra comunità, dei servizi erogati e, obiettivo probabilmente più importante di tutti, della ripresa occupazionale.

Il casello autostradale, la nuova bazzanese, i nuovi poli industriali punteranno sempre di più il faro su un territorio ricco di bellezze ed attrattive come per esempio quella dell’itinerario turistico della piccola Cassia appena recuperato e valorizzato, come leggerete in questo numero. Questo è solo l’inizio di un percorso che vuol far diventare Valsamoggia un asse portante dello sviluppo regionale”.

Quattro anni di lavoro

(Editoriale Monteveglio Dicembre 2013)

“Quando nel giugno del 2009 sono diventato Sindaco sapevo benissimo che questi anni sarebbero volati ed infatti spesso mi capita di sentire ancora viva l’emozione di quel primo consiglio comunale in piazza, come se fosse ieri. Nel documento di verifica di fine mandato andremo a ripercorre il dettaglio delle tante attività svolte, pertanto voglio qui solo ricordarne due per anticipare alcuni ringraziamenti.

Per primo, ovviamente, il progetto di unificazioni dei nostri comuni, che ha ci ha visti impegnati giorno e notte sia nella fase di progettazione che in quella attuale di preparazione della nuova struttura, ormai definita. Un progetto che riconsegnerà ai futuri amministratori la possibilità di pianificare il futuro delle nostre comunità, garantendo servizi e qualità della vita. Per questo voglio ringraziare tutti i dipendenti dei cinque comuni e dell’unione, senza il loro supporto non ce l’avremmo mai fatta, e dei cittadini che hanno creduto in questo progetto e che hanno dimostrato che, anche in Italia, le cose possono cambiare.

Secondo, la nuova scuola primaria, l’opera in cui cresceranno i futuri cittadini di Valsamoggia, che, dopo mille problemi, ha finalmente preso la strada in discesa che ne vedrà il completamento entro la fine del prossimo anno.

Concludo porgendo un sincero ringraziamento a tutti gli assessori e ai consiglieri comunali, che, nel dibattito, anche a volte acceso, hanno contribuito al raggiungimento di questi obiettivi”.

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Prevenire è meglio..

(editoriale Monteveglio n°5/2013)

Tutti gli anni alle prime piogge dobbiamo assistere, impotenti, alle ormai ricorrenti tragedie causate da fiumi in piena, da versanti che franano ricoprendo case e inghiottendo strade. Eventi che distruggono intere famiglie che in pochi attimi vedono perdere tutto quello per cui hanno lavorato e purtroppo spesso anche la stessa vita di parenti e amici.

Quello che fa più rabbia è che si potrebbero prevenire gran parte di questi disgrazie attraverso interventi di piccola manutenzione ordinaria che tuttavia ad oggi, per i vincoli economici e autorizzativi, sono di difficile realizzazione.

Sono ben 70mila le frane rilevate che fanno dell’Emilia-Romagna la regione italiana maggiormente colpita dal dissesto idrogeologico, ma non sembra che ci sia l’intenzione di procedere ad un vero piano di prevenzione. E non è solo una questione di fondi.

Sul nostro territorio in quattro anni abbiamo investito oltre mezzo milione di euro, che per la maggior parte è andato a riparare danni da dissesto. Se quei fondi fossero stati usati per la prevenzione saremmo riusciti ad intervenire su almeno cinque volte la dimensione del territorio coinvolto.

I Comuni chiedono un piano realizzabile in tempi brevi, anche per stralci funzionali, per usare meno fondi per le emergenze e più fondi per la prevenzione ma soprattutto la possibilità di intervenire direttamente, come abbiamo fatto a Monteveglio, investendo anche una parte delle limitate risorse locali, per evitare di vedere ancora una volta delle persone cercare nel fango le cornici rotte delle loro foto di famiglia”.

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Pagano sempre i deboli

(Editoriale Monteveglio – settembre 2013)

“Programmare gli investimenti ed i servizi della propria comunità ormai è diventato impossibile per gli amministratori locali. Quest’anno, addirittura il termine di approvazione dei bilanci di previsione (!) dell’anno in corso è stato spostato al 30 novembre.. Avete letto bene! È una situazione drammatica che, di fatto, impone ai rappresentanti dei comuni di assumersi la responsabilità di scelte quasi al buio, pur di garantire anche le più elementari prestazioni alla cittadinanza.

Il teatrino sulla famigerata IMU riflette appieno questa situazione, illudendo soprattutto le fasce deboli della popolazione con un risparmio immediato teorico che verrà poi in larga parte pagato (con gli interessi) attraverso nuove imposte dai nomi sempre più esotici che ci attendono entro la fine dell’anno; scaricandone inoltre addirittura l’onere della riscossione, ma non della gestione, agli enti locali.

In questo scenario i cittadini della Valsamoggia devono essere orgogliosi di aver scelto con coraggio di percorrere la strada dell’innovazione, perchè con il nuovo Comune Unico si otterranno quei risparmi e quelle efficienze che serviranno a garantire a tutti, ed in maniera equa, i servizi che ormai lo Stato non è più in grado di erogare, rimettendo tutti noi in grado di tornare a pensare come progettare la nostra comunità del futuro. E se continuano a dirvi che le cose non possono cambiare, dite pure che non è vero, perchè voi l’avete fatto“.

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La via è stretta, ma c’è

(Editoriale giornale comunale n°2 maggio 2013)

“Stiamo attraversando un momento storico in cui tutti – partiti, movimenti, rappresentanti dei cittadini e delle istituzioni – e nonostante le difficoltà, dobbiamo continuare il dialogo ed il confronto, senza spaventarsi delle asprezze, per trovare quella via che è stretta, ma che esiste!

La via che da un lato ha la volontà di sfasciare tutto, non preoccupandosi del fatto che dentro a quel “tutto” ci sono anche le garanzie di libertà, democrazia e uguaglianza; e dall’altro lato ha all’opposto l’arroccamento difensivista dentro il Palazzo, che non ha la lucidità di distinguere tra populismo e invece contestazioni costruttive, e che risponde sordamente alla domanda di cambiamento con l’ostinato mantenimento dello status quo, sbattendo porte in faccia a chi prova ancora, testardamente, a portare i cittadini ad innamorarsi di nuovo delle istituzioni, come ha auspicato qualche settimana fa la neo Presidente della Camera Laura Boldrini.

Quella via stretta esiste se abbiamo tutti ben chiaro il fatto che per individuarla, le istituzioni e la politica non devono aver paura di cambiare. Ognuno ai propri livelli, con pazienza, tenendo insieme segnali di esempio e moralizzazione della vita pubblica che possono essere dati subito, ed un lavoro di prospettiva e di riforma, con lo sguardo lungo e con la consapevolezza che ogni cambiamento richiede coraggio e suscita resistenze.

Spero sia questo lo spirito con cui i cittadini della Valsamoggia parteciperanno alla fase costituente che scriverà lo Statuto del nuovo Comune unico, la carta fondante contenente i principi su cui far progredire le nostre comunità”. Il Sindaco Daniele Ruscigno.

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Il coraggio di non arrendersi

(editoriale “Monteveglio” n°4/2012)giornalemonteveglio_4.12_web

“Grazie. Ancora una volta la nostra comunità ha dimostrato di essere capace di prendersi la responsabilità di decidere del proprio futuro, e come altre volte in passato, di non volere arrendersi ad un destino fatto solo di sacrifici e rinunce senza alcuna visione o prospettiva per il futuro. Monteveglio e la maggioranza dei cittadini della Valsamoggia hanno scelto, con il referendum per il nuovo comune unico, di fare squadra e provare a dimostrare che insieme si possono cambiare assetti che sembrano immutabili come la nostra pubblica amministrazione, non più in grado di dare le risposte necessarie alla gente.

Non è più il tempo di stare seduti a guardare e incolpare sempre gli altri di ciò che non va, è ora di trovare soluzioni per uscire da questa palude: per questo il 25 di novembre diventerà nel tempo la storica data simbolo del rilancio del nostro territorio, esempio da imitare.

Ora tutti al lavoro, ci aspetta un’impegnativa fase costituente per far nascere quella casa comune che sarà lo strumento necessario per realizzare un presente all’altezza delle nostre aspettative e riavere la speranza di costruire quel futuro che per colpa dei tanti veti e interessi personali di questi anni, in troppi ormai non riescono più nemmeno ad immaginare”.

Il peso insostenibile

I rincari della benzina, del gas, del mutuo, dell’iva, degli alimentari e poi imu, irpef, bolli sono solo alcuni dei problemi con cui dobbiamo quotidianamente fare i conti, enfatizzati da questa infinita emergenza finanziaria che da un lato richiede, avida, sempre più risorse dall’altro sempre meno ne mette a disposizione per vivere una vita degna di quel nome.

Da almeno dieci anni sentiamo parlare di equità, lotta all’evasione e riduzione dei costi dell’apparato burocratico (e nel nostro piccolo il progetto di fusione dei comuni può essere un primo e significativo passo) ma quasi nulla è stato fatto e ci si scandalizza se si controlla o pretende uno scontrino fiscale oppure se si prova a chiedere un contributo in più ai pochi che hanno tanto. Sempre più voci invocano un cambio radicale della concezione di economia e di crescita ed in generale di società, riconoscendo i limiti del modello di sviluppo che ci ha portato in questa situazione. Facciamoci sentire prima che il peso insostenibile di vivere questa epoca non renda più possibile il confronto per la costruzione di un futuro diverso. (editoriale Monteveglio – n°2/2012)

Realizzare il presente, programmare il futuro

La complessità e l’urgenza delle decisioni che dobbiamo quotidianamente prendere sono tali da rendere spesso obsoleti i vecchi modi di fare politica che solo in poche occasioni sono riusciti realmente a coinvolgere le persone, che spesso si rifugiano in atteggiamenti generalizzati di critica a priori, di qualunquismo e di sfiducia in tutti e tutto. E’ qui che dobbiamo fare un salto in avanti e coltivare quella democrazia che ci consenta di fare scelte in modo condiviso, nel rispetto della diversità delle opinioni, ma operando nell’interesse collettivo e non dei singoli: questo sia ai livelli più bassi, per esempio nell’affrontare la nostra proposta di fusione dei comuni della Valsamoggia, e via via ai livelli più alti nella ricostruzione del futuro collettivo dopo la crisi. In questa fase è necessario rigettare ogni pulsione populista, che per sua natura deve sempre generare nuovi nemici, reali o immaginari, a cui addebitare la responsabilità del “disordine” e che allontana qualsiasi tipo di mediazione. Le scelte che si devono fare oggi, probabilmente le più impegnative dalla fine della seconda guerra mondiale, determinano non solo il presente ma sono le basi del nostro futuro per questo è necessaria la lungimiranza e la volontà di creare un nuovo tipo di rapporto tra chi le opera ed i cittadini. E’ difficile, ma credo sia l’unica strada da percorrere.

(editoriale periodico comunale “Monteveglio” n°1/2012)

Fare il primo passo

Quattro anni fa in pochi avevano compreso fino in fondo la reale portata di una crisi economica talmente profonda da rendere necessario un ripensamento generale dei pilastri fondanti delle nostre società. Abbiamo perso preziosi anni di tempo, negando il problema prima, proponendo soluzioni inefficaci poi, che hanno solo spinto verso il basso la parte di popolazione più debole e verso cui si volge sempre lo sguardo quando sono necessari sacrifici e quasi mai quando si raccolgono frutti.

Ora – al di là delle misure contingenti per mettere l’Italia e l’euro al sicuro da un collasso con conseguenze disastrose sulle persone – il grande bivio che abbiamo davanti è tra la scelta di trascinarci lungo il declino inesorabile di un sistema che ha mostrato di aver raggiunto sotto tanti aspetti il limite del suo sviluppo; o avviarci lungo una nuova via, inesplorata e forse difficile all’inizio, ma che veda riportare le persone, le comunità ed i luoghi in cui viviamo punti centrali della costruzione di un cammino che sia alla base di un nuovo futuro.

Il filosofo Lao Tzu diceva che “Un viaggio di mille miglia comincia da un solo passo”. Credo che siamo tutti pronti a fare il primo passo, a partire proprio dalla nostra piccola comunità: non aspettiamo oltre e facciamo insieme quelle scelte coraggiose che in tanti anni nessuno ha mai voluto o è riuscito a fare.

(editoriale Monteveglio – dicembre 2011)